La Direttiva (UE) 2025/25, entrata in vigore il 30 gennaio 2025, rappresenta un’importante evoluzione nella digitalizzazione del diritto societario europeo. Gli Stati membri dovranno recepirla entro il 31 luglio 2027, con applicazione dal 31 luglio 2028.
L’obiettivo è aumentare affidabilità, trasparenza ed efficienza delle informazioni sulle imprese, riducendo formalità e costi e rafforzando la fiducia nel mercato unico.
La Direttiva si applica non solo alle società di capitali, ma anche alle società di persone degli Stati membri (per la Francia e per l’Italia, la società in nome collettivo e la società in accomandita semplice).
Rafforzamento dell’affidabilità
La Direttiva impone un controllo preventivo uniforme su atto costitutivo, statuto e modifiche societarie, mediante verifica da parte di autorità competenti (amministrativa, giudiziaria o notarile). Si verifica la conformità legale di elementi fondamentali, come l’oggetto sociale, la denominazione e i conferimenti.
È escluso il controllo preventivo sui bilanci annuali, ma viene rafforzato l’obbligo di mantenere aggiornate le informazioni societarie. Le imprese dovranno comunicare modifiche al registro entro 15 giorni lavorativi; la pubblicazione dovrà avvenire entro 10 giorni, prorogabili eccezionalmente di altri 5. In caso di inadempienza, sono previste sanzioni dissuasive.
Maggiore trasparenza delle imprese
La Direttiva prevede l’ampliamento del sistema BRIS (Business Registers Interconnection System), rendendo accessibili anche le informazioni sulle succursali di paesi terzi e facilitando la condivisione dei dati tra registri nazionali. Le copie elettroniche degli atti e dei dati diventeranno direttamente accessibili tramite il portale europeo e-Justice . È prevista anche la connessione di BRIS con BORIS (registro dei titolari effettivi) e IRI (registro delle insolvenze).
Viene introdotto l’obbligo di pubblicare dati relativi ai gruppi societari consolidati. Le informazioni che devo essere disponibili gratuitamente attraverso il sistema BRIS comprendono la forma giuridica e l’identificativo unico europeo (EUID) – e, se si tratta di una società soggetta alla legislazione di un paese terzo, la denominazione, il paese di registrazione, il numero di registrazione e il nome del registro – della società che ha redatto i bilanci consolidati.
Un’altra novità è la creazione del certificato d’impresa dell’UE, disponibile gratuitamente sia in formato elettronico sia cartaceo. Questo documento standardizzato attesta la costituzione e l’esistenza giuridica di una società, semplificando l’accesso ai dati a livello transfrontaliero. La Commissione europea metterà a disposizione un modello di certificato d’impresa dell’UE in tutte le lingue ufficiali dell’UE sul portale europeo e-Justice.
Semplificazione delle formalità
La Direttiva introduce il principio del “once-only”: le imprese non dovranno più fornire documenti già disponibili presso le autorità pubbliche di altri Stati membri. Saranno i registri stessi a recuperare i dati attraverso BRIS. Si tratta di una misura volta a semplificare gli adempimenti amministrativi, con una significativa riduzione degli oneri burocratici per le imprese – soprattutto per le PMI – rendendo l’apertura di filiali e succursali all’estero meno onerosa in termini di tempo e di costi.
Procura digitale dell’UE
Infine, viene istituita la procura digitale dell’UE, che certificherà in modo unificato l’identità e i poteri di rappresentanza delle persone autorizzate ad agire per conto delle società. La procura sarà valida in tutti gli Stati membri senza necessità di ulteriori formalità come apostille o traduzioni.
La Commissione europea metterà a disposizione un modello standardizzato di procura digitale dell’UE in tutte le lingue ufficiali dell’UE attraverso il portale europeo e-Justice